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Le Corbusier: i 5 punti che hanno cambiato l’architettura moderna

Charles Eduard Jeanneret, meglio noto con il nome di Le Corbusier, è uno degli architetti più famosi al mondo e che chiunque ha sentito nominare almeno una volta nella vita. I suoi progetti e teorie hanno dato una svolta al modo di vedere l’architettura moderna, grazie al suo innovativo modo di pensare i volumi e le forme.

“L’architettura è il gioco sapiente, esatto e magnifico dei volumi assemblati nella luce”
(Le Corbusier, 1923)

Questo suo pensiero deriva da anni di studi ed esperimenti che l’hanno guidato verso una visione legata al concetto di macchina. Essendo vissuto nel periodo delle grandi progettazioni di massa atte a soddisfare le esigenze della società moderna, sotto la guida di Peter Behrens assimilò l’idea che la nuova architettura dovesse essere in linea con la “fabbrica” che le città stavano diventando.
Le forme geometriche semplici divennero una sua prerogativa insieme al cemento armato che divenne il suo principale materiale da costruzione. Quest’ultimo era essenziale per mettere in pratica ciò che aveva appreso studiando e visitando le città mediterranee delle quali si era innamorato: attraverso questo materiale era in grado di riprodurre in chiave moderna il gusto classico negli edifici. Una prova pratica in questo senso è Villa Schwob costruita nel 1916 in Svizzera.

Il tema della macchina si fa sempre più strada nella mente di Le Corbusier, tanto che usa proprio il modello dell’automobile per progettare la Maison Citrohan. Il nome è un voluto gioco di parole della nota casa automobilistica Citroen e richiama il processo della produzione in serie di Henry Ford, al fine di risolvere la crisi delle abitazioni del dopoguerra.
L’edificio si basa sulla forma scatolare, con tetto piano e finestre rettangolari semplici di fattura industriale. Il piano terra era caratterizzato da un piano pilotis. L’abitazione viene proprio intesa come “macchina per abitare” intendendo con ciò una casa dove le funzioni base erano state estrapolate e ridotte ad elementi essenziali. Questo edificio rimase un semplice progetto teorico.

Le ricerche effettuate, i primi edifici costruiti e i progetti teorizzati, portarono al culmine del pensiero di Le Corbusier con la creazione di quelli che sarebbero diventati i suoi strumenti principali e applicabili a qualsiasi progetto della civiltà moderna: i Cinque punti di una nuova architettura.

I Cinque Punti di una Nuova Architettura sono:

1) Pilotis: l’edificio viene rialzato da terra tramite pilastri in cemento armato. Ciò permette di lasciare che la natura si espanda anche al dì sotto dell’edificio e non soltanto intorno; inoltre, questo piano libero può essere utilizzato come area parcheggio, o, in caso di edificio pubblico, può essere usato come zona percorribile da chiunque e quindi non più come zona solamente privata;

2) Tetto giardino: priorità assoluta, questo elemento è fondamentale per introdurre la natura in una città fortemente urbanizzata. Inoltre il tetto verde permette una buona coibentazione dell’edificio stesso;

3) Pianta libera: l’uso di pilastri nella progettazione permette di poter distribuire le pareti interne ed esterne per meglio soddisfare le esigenze; quindi è possibile creare una grande stanza openspace o suddividere ogni funzione con delle pareti;

4) Facciata libera: essendo i pilastri arretrati rispetto il filo esterno dell’edificio, la parete di chiusura esterna può essere di qualsiasi tipologia; ciò significa che potrebbe essere completamente vetrata, o cieca, con finestre di forme particolari o non esserci alcuna parete;

5) Finestre a nastro: sempre grazie ai pilastri arretrati, la facciata può essere costituita da finestre a nastro, ideali per lasciare entrare una grande quantità di luce e determinare un senso di quiete dato dall’orizzontalità.

L’edificio che meglio rappresenta i 5 punti di Le Corbusier è sicuramente Villa Savoye, progettata e costruita tra il 1928 e il 1931.

Villa Savoye, Poissy (Francia), 1928-1931
Qui i 5 punti si uniscono perfettamente con l’idea dell’edificio-macchina. L’edificio è sostenuto dal piano pilotis sotto il quale le auto possono essere parcheggiate. La dimensione scatolare e l’uso predominante del cemento armato, danno all’edificio l’aspetto industriale e austero e contraddistinto da una linearità orizzontale, alla quale contribuiscono le finestre a nastro. All’edificio si accede tramite una scala presente all’interno di una zona vetrata di forma curva al piano terra.
Al primo piano l’area è distribuita in parte all’esterno e in parte all’interno, quest’ultimo caratterizzato da un impianto openspace. Il patio esterno si collega al solarium tramite una rampa. Le forme curve della sommità della scala a spirale e l’ingresso sottostante sempre curvo, spezzano la linearità dell’edificio donando carattere, dinamicità ed equilibrio all’intera struttura.

Questi 5 punti vengono usati ancora oggi nell’architettura contemporanea e rimangono una guida importante nella progettazione.

La prossima settimana approfondiremo un luogo molto vicino a noi dove sono stati applicati i 5 punti di Le Corbusier!

Fonti testo:
– William J.R. Curtis, L’architettura moderna dal 1900, Phaidon, Londra 2009