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Panta Rei: tutto scorre

Panta Rei dal greco antico “Panta rhei” è una espressione che tradotta significa “tutto scorre”. E’ una frase di Eraclito, uno dei principali pensatori presocratici (primi filosofi greci antecedenti alla figura di Socrate).

Il suo pensiero risulta particolarmente difficile da comprendere ed è stato interpretato nei modi più diversi a causa del suo stile complesso e della frammentarietà nella quale ci è giunta la sua opera. Eraclito aveva comunque fama di cripticità già nella sua epoca. Ad esempio Aristotele, che si suppone ne abbia letto integralmente l’opera, lo definisce «l’oscuro»; persino Socrate ebbe problemi a comprendere gli aforismi del filosofo. Eraclito influenzò in vario modo i pensatori successivi alla sua epoca tra cui, ad esempio, Platone.
Eraclito, olio su tavola di Hendrick ter Brugghen, Rijksmuseum (Amsterdam)Eraclito, olio su tavola di Hendrick ter Brugghen, Rijksmuseum (Amsterdam)

Della vita di Eraclito si hanno poche informazioni, mentre della sua opera filosofica, da cui è stata estratta l’espressione panta rei, sono sopravvissuti, attraverso testimonianze, soltanto pochissimi frammenti. Il punto fondamentale del suo pensiero consiste nel fatto che tutte le cose sono soggette ad evoluzioni e cambiamenti, l’uomo non può mai fare la stessa esperienza per due volte, il tempo non si può fermare, la vita è un fiume in piena, il passato è perduto per sempre, tutto passa e qualcosa che oggi sembra importante, domani potrebbe non esserlo più. In uno dei suoi testi spiega proprio il concetto base: dato che tutto diviene e tutto si trasforma, non possiamo bagnarci due volte nello stesso fiume poiché le sue acque mutano col passare degli attimi.

dato che tutto diviene e tutto si trasforma, non possiamo bagnarci due volte nello stesso fiume poiché le sue acque mutano col passare degli attimi.

Ogni nostro istante non è mai uguale all’istante successivo e noi non siamo mai gli stessi da un certo periodo di tempo all’altro. Tutto cambia dentro e fuori di noi, anche se non sempre riusciamo a percepire questo continuo cambiamento. La cosa più appariscente di noi, il nostro corpo, da un istante all’altro è sempre diverso e noi viviamo in questa continua diversità. In noi nasce e muore qualcosa in ogni momento della nostra esistenza ed in ogni momento noi non siamo più quello che eravamo un momento prima, il nostro corpo è cambiato, la nostra mente è cambiata, il nostro pensiero è un altro pensiero che lo si voglia o no. Tutti gli eventi sono continuamente mutevoli come il paesaggio che ci corre via veloce da un finestrino di un treno e del quale ben poco riusciamo a trattenere.

Tabella riassuntiva

Cosa ci insegna quindi Eraclito? La prima grande lezione che ci trasmette e di non aver paura del cambiamento in quanto in primis è inevitabile e poi non è detto che sia negativo. La seconda grande lezione è che non dobbiamo rimanere troppo attaccati alle cose, alle situazioni e agli eventi ma, seppur a volte con difficoltà, dobbiamo lasciar fluire. Ciò che oggi ci sembra fondamentale domani potrebbe non esserlo più. Le esigenze cambiano, le emozioni evolvono. In ultimo, la terza grande lezione che ha voluto lasciarci tramite le sue opere, è che la bellezza della vita sta proprio nell’unicità di ogni singolo attimo che viviamo e forse è una fortuna che quell’attimo non si possa più ripetere, altrimenti perderebbe la magia e lo splendore della sua unicità.

Fonti di testo:
– Beatrice Cullina (a cura di), Eraclito, Hachette editore, Milano 2015
– https://it.wikipedia.org
– http://www.unimc.it/filosoficamente/libri-suggerimenti