Possiamo definire il fisioterapista come figura silenziosa che lavora dietro le quinte della medicina, in grado però di trasformare la rigidità della fisiologia umana in una armoniosa.
Il suo compito principale è quello di aiutare le persone a recuperare la loro funzionalità fisica tramite il trattamento dei disturbi del movimento. L’approccio, però, è molto diverso da quello usato dall’ osteopata.
Inoltre, si occupa anche di prevenzione, soprattutto quella delle lesioni muscolari, ma anche di ottimizzare le performance motorie. Insomma, è il nostro alleato quando il corpo comincia a lanciare segnali di difficoltà.
In molte città sono stati attivati dei servizi a domicilio utili alle persone disabili o lesionate che faticano a muoversi dalla propria abitazione. Per verificare la copertura del servizio nella tua città clicca qui: potrai anche prenotare l’intervento di fisioterapia da eseguire direttamente a casa tua.
Le competenze del fisioterapista
Per diventare un buon fisioterapista, non basta semplicemente indossare il camice bianco. Occorre avere una serie di competenze, che vanno dalle abilità manuali a quelle interpersonali.
Un fisioterapista che si rispetti deve inoltre conoscere a menadito l’anatomia e la fisiologia del corpo umano, ma deve avere anche ottime abilità nell’eseguire le principali tecniche terapeutiche. Deve essere anche empatico e un bravo comunicatore, in modo da creare un buon rapporto con i pazienti.
Un passo verso la carriera: la Laurea in Fisioterapia
Tutto inizia dall’iscrizione al Corso di Laurea in Fisioterapia presso una Facoltà di Medicina e Chirurgia. Il percorso è triennale, ma bisogna prima superare il test di ammissione, il quale saggia le conoscenze in biologia, chimica e fisica del candidato.
Ci sono ogni anno migliaia di candidati, ma i posti disponibili sono pochi; quindi, è necessario prepararsi nel miglior modo possibile per avere delle chance.
Entrando nel merito del corso di laurea, le materie sono diverse. Si inizia dalle basi (anatomia, fisiologia, biochimica) per poi passare a ortopedia e neurologia. Materie specifiche come kinesiterapia e terapia manuale hanno grande importanza, poiché consentono di conoscere tecniche pratiche mirate alla riabilitazione del paziente. Non mancano di certo le materie complementari, tra cui psicologia applicata ed etica professionale.
Il tirocinio e l’esame di Stato
Il tirocinio è parte integrante del percorso di laurea. In tre anni, le ore da passare insieme ai pazienti sono in totale 1300.
Un’esperienza pratica come questa è fondamentale per un semplice motivo: aiuta a sviluppare capacità di valutazione, pianificazione e monitoraggio.
Dopo aver completato il percorso di studi teorici e pratici, l’ultimo passaggio da affrontare è l’esame di Stato.
A cosa serve? È un test sulla conoscenza teorica e pratica del futuro fisioterapista. Una volta superato, si apre la porta all’iscrizione all’albo dei Fisioterapisti.
L’orizzonte delle specializzazioni e delle opportunità
Non c’è mai limite alla conoscenza. Come altri professionisti, anche il fisioterapista può continuare a studiare. I più ambiziosi scelgono di specializzarsi in branche come la fisioterapia sportiva o pediatrica, tramite master e corsi di perfezionamento.
Una volta accumulata un po’ di esperienza, è possibile intraprendere nuove strade, come il coordinamento, l’insegnamento o la ricerca, completando così il viaggio di questa straordinaria carriera.
Possiamo alla fine dire che diventare fisioterapista è senza dubbio un percorso impegnativo, ma alla fine le soddisfazioni saranno tante.
Questa professione è la perfetta combinazione di mente, tecnica e cuore al servizio del benessere altrui.
Fonti:
https://www.cliclavoro.gov.it/page/come_fare_per_diventare_fisioterapista?contentId=BLG17090#:~:text=Ma%20come%20si%20fa%20a,in%20professioni%20sanitarie%20della%20riabilitazione