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Il Nord Europa tra miti e realtà

Studiamo il Nord Europa sui libri di geografia alle elementari, per poi dimenticarci velocemente nel corso degli anni dove sia la Scandinavia e quali paesi ne facciano parte. Più che parte dell’Europa o, ancor meglio, della realtà, i paesi nordici assumono nel nostro immaginario collettivo più l’ambientazione di una fiaba per bambini. Non a caso, lo stesso autore della Sirenetta e del Brutto Anatroccolo, H. C. Andersen, è originario della Danimarca, un paese che raggiunge a mala pena la grandezza della nostra Pianura Padana.
Al contrario, i restanti paesi definiti nordici vantano territori vastissimi, spesso immersi nella natura selvaggia e non civilizzata. Parliamo di Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda e Groenlandia, paesi che possiamo trovare facilmente su una cartina geografica ma di cui sappiamo poco o niente.

O meglio: qualcosa sappiamo. Nella cultura occidentale, i paesi nordici sono considerati i paesi più felici al mondo. Avrete sicuramente sentito parlare, infatti, di hygge e del benessere di cui godono i cittadini del Nord Europa. Allo stesso tempo, tantissime sono invece le parole che si spendono sui presunti tassi di depressione e suicidi che sfiorano altissime vette proprio in questi paesi. Non dimentichiamo infatti che in Scandinavia le ore di luce durante l’inverno scendono vertiginosamente, e anzi nelle città situate più a Nord è possibile non vedere il sole per tutto l’inverno.

Secondo alcune ricerche, la luce solare è a tal punto necessaria al nostro organismo che una sua mancanza finisca per portare alla depressione. Da un punto di vista biologico, infatti, la vitamina D che viene attivata solo dai raggi solari sarebbe la vitamina determinante il nostro umore e la nostra percezione della realtà. Di conseguenza il buio nordico è in stretta connessione con gli alti tassi di suicidi che vengono registrati.

A questo si aggiunge un’analisi per nulla scrupolosa della vita sociale nei paesi scandinavi: a quanto pare, tre appartamenti su cinque a Stoccolma sono appartamenti singoli; il Nord Europa è la regione in cui sono più diffuse le dating app come Tinder, che risparmiano a coloro che ne usufruiscono la fatica di uscire dal proprio appartamento. Sono inoltre questi i paesi in cui si fa apparentemente maggiore uso di alcol – non a caso, la Tuborg e la Carlsberg sono nate proprio in Danimarca.

Per quanto alcuni di questi miti siano a tutti gli effetti un dato di fatto, certi aspetti dei paesi nordici sfuggono agli Europei e ai cittadini di tutto il mondo. Per superficialità, o semplice comodità, ci riesce più semplice etichettare ciò che non conosciamo come negativo. I cosiddetti altissimi tassi di suicidi registrati in Nord Europa non superano per esempio quelli della Russia e di altri paesi dell’Est Europa. E i livelli più alti registrati sono nel periodo estivo, quando teoricamente c’è ancora più luce che nel resto d’Europa rispetto all’inverno.

Le teorie che vogliono i paesi nordici come i paesi più felici del mondo, d’altro canto, non possono che basarsi sul tenore di vita dei cittadini nordici. Secondo quanto sostiene Jeffrey Sachs, membro dell’ONU, i paesi felici sono quelli in cui è presente maggior fiducia nella società da parte dei suoi cittadini, specialmente nel governo, e una scarsa disuguaglianza. Seppure siano conosciuti come i paesi più cari al mondo (basti pensare che un caffè potrebbe arrivare a costarvi 5 euro), i cittadini del Nord Europa guadagnano tanto, tutti: la disuguaglianza sociale è pressoché minima da un punto di vista economico.

Ma è in questo che consiste la felicità? Chi ha avuto la fortuna di venire a contatto con la cultura nordica sa che non è così: prendiamo come esempio la tipica parola danese hygge, la più adatta a rappresentare lo stato d’animo di perfetta pace e sicurezza che si prova quando ci si trova in compagnia delle persone a noi più care, in un contesto del tutto rilassato in cui non prevalgono emozioni violente ma solo il desiderio di stare insieme. I legami interpersonali sono immaginati in un’ottica che si discosta molto dalla nostra visione; non c’è competizione o voglia di prevalere gli uni sugli altri, ma un senso di convivialità disinteressata.

L’apparente freddezza dei cittadini del Nord, che risalta in modo così forte ai nostri occhi mediterranei, e la loro capacità di vivere in solitudine che a noi pare tanto distante, sono fattori che in qualche modo contribuiscono all’immagine che noi ci possiamo fare del Nord Europa, ma non sono l’unico aspetto da tenere in conto. Infatti, a questi apparenti aspetti negativi che possono o meno accomunare chi vive al Nord, per cause climatiche, culturali o economiche che siano, si deve affiancare anche l’incredibile gentilezza e fiducia che danesi, norvegesi e svedesi rivolgono all’altro, nonché il grandissimo senso di rispetto per persone che appartengono ad altri contesti culturali.

Per qualsiasi donna, allo stesso tempo, mettere piede in Nord Europa può apparire scioccante per quanto vi sia uguaglianza su ogni livello tra uomo e donna. Probabilmente se un uomo prova a offrire la cena a una donna in Nord Europa gli verrà rifilato un due di picche; allo stesso tempo, il concetto ancora presente di “maschio alpha” che può stare stretto a molte delle donne del Sud Europa in Scandinavia è completamente assente. Le donne infatti ricevono gli stessi stipendi degli uomini, se non più alti, e ciò non impedisce loro di mettere su famiglia e avere dei figli. Anzi, la natalità nel Nord Europa supera di gran lunga le nostre aspettative: in qualsiasi paese nordico vi rechiate, ogni luogo, che sia un ristorante o un negozio qualunque, avrà un apposito spazio dedicato ai più piccoli.

La scarsa spinta a socializzare, l’elevazione della birra a bevanda sacra e gli inverni durissimi sono aspetti che possono o meno piacere ai turisti che scelgono il Nord Europa come una meta alternativa per le loro vacanze – ma vivere il Nord, entrare nel profondo di una cultura così diversa dalla nostra, è qualcosa che cambierà la vita di chiunque decida di farlo.

C’è qualcosa, infatti, al di là dei miti più o meno veritieri che aleggiano attorno ai paesi scandinavi, che fa di questa regione del globo una piccola oasi di pace, scossa un poco dai forti venti che sanno di salsedine e ghiaccio, con cui ci si può scontrare o a cui ci si può semplicemente abbandonare. Se da un lato infatti potrebbero sembrarci paesi così distanti dalla nostra cultura, dall’altro potrebbero farci ricredere della sicurezza con cui padroneggiamo le nostre conoscenze geografiche, potrebbero farci scoprire quanto poco crediamo di conoscerli, e quanto poco crediamo di conoscere noi stessi.

Fonti:
– “È la Norvegia il paese più felice al mondo, l’Italia soltanto al 48esimo posto” (http://www.huffingtonpost.it/2017/03/20/felicita-paesi-norvegia_n_15484606.html)
– “Vitamina D e depressione” (http://www.cristinaselvi.it/vitamina-d-e-depressione-psichiatra-milano-psicoterapeuta/)
– “Carenza di Vitamina D e di Serotonina nel Disturbo Affettivo Stagionale” (http://www.farmacistionline.net/2015/01/10/carenza-vitamina-d-serotonina-nel-disturbo-affettivo-stagionale-sad/)
– “Statistiche invidiose e suicidi scandinavi” (http://www.doppiozero.com/materiali/commenti/statistiche-invidiose-suicidi-scandinavi)
– “Suicidi: la classifica dei paesi del mondo” (http://datalamppost.altervista.org/classifica-nazioni-per-tasso-di-suicidi/)