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La danza della pioggia

La nota danza della pioggia è un ballo rituale e cerimoniale messo in pratica da gruppi di persone per scatenare la pioggia.
Esistono vari tipi di questa danza tribale che possono essere trovati in diverse culture e tradizioni, a partire dall’Antico Egitto fino ad arrivare alle tribù più note come i nativi d’America. Ma si possono trovare anche in altre zone, come i Balcani, dove i balli rituali sono chiamati Pararuda, una tradizione dei romeni, o anche in alcune culture slave dove di ballava in onore della dea Perperuna.

I Cherokee, e altre tribù del Nord America, praticavano la danza della pioggia con il duplice scopo di provocare la pioggia e quello di purificare la terra dagli spiriti maligni. Infatti la tradizione crede che la pioggia porti con sé gli spiriti di valorosi e forti guerrieri che nel passato avevano combattuto durante varie guerre e battaglie. Questa danza veniva usata maggiormente dai nativi americani nei momenti di siccità, specialmente durante l’estate.

I periodi di siccità potevano causare seri problemi e non poche difficoltà ai nativi perchè la pioggia era un fattore fondamentale per la loro sopravvivenza. L’acqua rappresentava un elemento essenziale alla vita degli uomini, ma anche per loro attività agricole. La danza della pioggia solitamente aveva luogo nel mese più secco dell’anno, il periodo che va dalla metà di agosto fino alla fine del mese. A questo tipo di rito partecipavano sia uomini che donne, a differenza di altri ai quali alle donne non era permesso avere funzione attiva.

In occasione di questo rituale i nativi americani avevano l’usanza di indossare costumi speciali finalizzati esclusivamente per questo evento in particolare dell’anno. Gli uomini facevano ondeggiare i capelli lunghi durate la danza, mentre le donne portavano i capelli raccolti in un involucro speciale posto ai lati della testa. La maschera indossata dagli uomini era costituita da una striscia azzurra che si estendeva dall’orecchio fino all’altro su tutta la sua superficie, mentre sulla parte inferiore c’era una superficie di colore blu che si mischiava a rettangoli gialli e rossi. Una frangia in crine pendeva dal basso coprendo la gola e tre piume bianche pendevano dalla parte in alto della maschera. La maschera della donna era simile alla prima ma invece della striscia turchese era di colore bianca senza rettangoli colorati e il crine.

La maschera della donna aveva anche capelli di capra sulla parte superiore e una piuma d’aquila pendeva sul viso. Gli uomini si dipingevano i corpi per la cerimonia con disegni e forme che rappresentavano simboli tribali e mettevano pelli speciali, come quella di volpe, portavano un bracciale in argento e una sorte di grembiule bianco sul davanti. Come calzature indossavano mocassini turchesi, per riprendere il colore della maschera. Le donne invece si vestivano con un abito nero senza parti scoperte, tranne i piedi che rimanevano nudi. Portavano uno scialle dai colori vivaci e brillanti.

La danza della pioggia iniziava quando tutti in fila cominciavano a ballare intorno ad un centro immaginario ed ipotetico del villaggio sperando di scatenare la tanto desiderata pioggia. Ancora ai giorni nostri, in alcune riserve, le tribù praticano il rituale della danza della pioggia, anche se spesso solo a scopo e consumo turistico.