Skip to content

I tre volti dell’amore: Eros, Agapè e Philia

La principale differenza tra l’amore di oggi e quello dei tempi di Platone è che al giorno d’oggi abbiamo in mente un amore “bilanciato”, biunivoco, dove i due amanti si amano reciprocamente; ai tempi di Platone era univoco, uno amava e l’altro si faceva amare: nel mondo greco o l’uomo amava la donna o l’uomo amava l’uomo: l’omosessualità era diffusissima.

Talvolta ci poteva essere un amore biunivoco, che Platone spiegava ricorrendo sempre alla teoria del flusso che intercorre tra gli occhi: secondo lui poteva venirsi a creare una situazione di “specchio”: in realtà l’amato vede negli occhi di chi lo ama se stesso perché vede riflessa la propria bellezza; è una concezione mitica che rievoca i celeberrimi versi di Dante: “amor, ch’a nullo amato amar perdona…”, dove è come se chi è amato si innamorasse del sentimento stesso.

Eros, Agapè e Philia

Platone distingueva tre volti o aspetti dell’amore: Eros, Agapè e Philia:

1) Eros è il Dio dell’amore fisico, secondo la concezione platonica, è l’amore carnale, passionale denominato anche amore platonico. E’ un modo usuale di definire una forma di amore sublimata dalla dimensione sessuale e passionale.

2) Agapè significa amore spirituale ovvero quell’amore disinteressato, fraterno, smisurato, puro e infinito. Con il termine Agapè si intende il dono disinteressato, l’amore che si prova andando oltre se stessi.

3) Philia è l’amore sentimentale, quello che si stabilisce in un rapporto di complice amicizia, di affiatamento e dove si hanno in comune interessi, sogni e opinioni.

Platone, nell’esternare le sue teorie sull’amore, di cui abbiamo già parlato nell’articolo: “Gli uomini palla”, affermava che bisogna scegliere come compagno/a qualcuno migliore di noi. Non abbiamo bisogno di qualcuno che ci ami per quello che siamo o meglio non abbiamo bisogno solo di questo. Abbiamo anche bisogno di qualcuno che ci aiuti a migliorarci e ad evolverci ogni giorno.

Per Platone, il vero amore è l’ammirazione. Il/la compagno/a che scegliamo dovrebbe avere quelle qualità che a noi mancano. Se in una coppia ci si aiuta l’un con l’altro, i periodi bui e tempestosi saranno visti come delle opportunità di crescita.

Per questo motivo la persona adatta a noi non è solo quello/a che ci accetta per quello che siamo, ma è colui o colei che ci permette di sviluppare il nostro massimo potenziale attraverso la presenza fondamentale di Eros, Agapè e Philia che si intrecciano e si fondono l’uno con l’altro creando le basi di un rapporto di coppia solido e duraturo.

Fonti di testo:
– Beatrice Cullina (a cura di), Platone, Hachette editore, Milano 2015