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Piadina Romagnola: come farcirla

Fare attenzione a quello che si mangia quotidianamente è il primo passo per condurre uno stile di vita sano e sostenibile. È importante, infatti, che in tavola ogni giorno ci siano alimenti con determinate caratteristiche per fare in modo che si rispetti l’ambiente che ci circonda, ma anche e soprattutto la propria salute.

Tra i capisaldi, stilati anche dal WWF, ci sono quelli di consumare cibi di preferenza locali e biologici. Tra le tante specialità italiane che rispondono a questi due criteri c’è senza dubbio la Piadina Romagnola. Una ricetta ormai celebre anche al di fuori dai confini italiani e che dal 2014 si fregia del marchio Igp (Indicazione Geografica Protetta).

La piadina è una specialità tipica della Romagna: meta del turismo enogastronomico moderno, che ormai è conosciuta e viene consumata regolarmente in tutte le regioni italiane. A differenza di quanto accadeva in passato, infatti, è possibile acquistare online i prodotti di un laboratorio di piadina romagnola artigianale a Bellaria Igea Marina (RN) e farseli recapitare direttamente a casa.

Scopriamo però qualcosa in più di questo piatto genuino caratteristico soprattutto delle provincie di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna.

Piadina Romagnola: le caratteristiche

La Piadina Romagnola, che dal 2014 ha ottenuto il marchio Igp, si contraddistingue per determinate caratteristiche. A distinguerla dalle varianti presenti sul mercato, come ad esempio quella Romagnola alla Riminese, sono le dimensioni. La Piadina Romagnola classica deve, infatti, avere un diametro tra i 15 e i 25 centimetri ed essere spessa tra i 4 e gli 8 mm.

Gli ingredienti utilizzati per la produzione della Piadina Romagnola, come detto, sono semplici e genuini: farina di grano tenero, acqua, sale e grassi (come strutto ed olio di oliva).

Le produzioni attuali si sono arricchite di produzioni speciali a base di farro o con farine integrali, per andare sempre più verso i gusti dei clienti. Da sottolineare la presenza di piadine senza glutine per tutti coloro che soffrono di questa intolleranza alimentare.

Piadina romagnola: le calorie

La piadina romagnola, tra i tanti aspetti positivi, ha quello di avere un basso apporto calorico. Una piadina all’olio di oliva ha una media di circa 250 calorie a cui vanno aggiunti, ovviamente, quelli della farcitura. Nel caso di una piadina romagnola classica con prosciutto e squacquerone (altro prodotto Dop romagnolo), si sfiorano le 500 calorie. Le piadine all’olio di oliva, inoltre, sono adatte anche a coloro che hanno problemi di colesterolo alto visto che si tratta di un grasso insaturo.

La genuinità della Piadina Romagnola Igp è fuori discussione. Per la sua produzione, infatti, sono assolutamente vietati sostanze come additivi e conservanti, ma anche aromi di ogni tipo.

Nel processo di preparazione non sono utilizzati lieviti tradizionali, ma sono ammessi agenti lievitanti come amidi di mais o frumento e bicarbonato per aumentarne la digeribilità.

Aspetti che sono tutti contenuti all’interno del disciplinare di produzione depositato al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Piadina Romagnola: come farcirla

Per riprendere il tema della sostenibilità, la Piadina Romagnola si presta a essere consumata con prodotti di stagione e del territorio (non solo romagnolo). È possibile infatti farcirla con i tanti salumi e formaggi che sono presenti in tutte le regioni italiane (da preferire quelli a km 0), ma non mancano le varianti a base di pesce o le piadine da realizzare per un menù vegetariano e vegano.

La Piadina Romagnola, se farcita in modo completo, è un piatto unico visto che rappresenta un’ottima fonte di carboidrati e proteine. Da non dimenticare le versioni dolce con gelato, cioccolato e marmellata per chiudere in bellezza un pranzo o per regalarsi una nutriente merenda o colazione.