Le muffe rischiano di diventare un grosso problema se vengono lasciate proliferare, in appartamento o in ambienti professionali come un laboratorio di produzione alimentare o una serra. Infatti hanno il pessimo vizio di moltiplicarsi a grande velocità.
Questo avviene grazie a due sistemi di propagazione, cioè le ife cioè organi che possono ricordare nel loro funzionamento le radici delle piante ma sono più complessi e le spore.
Quando la muffa si manifesta visibilmente su una superficie, ad esempio sotto forma di chiazze nerastre, marroni, oppure multicolore si liberano nell’ambiente e possono essere trasportate dal vento, dagli animali o anche dalle persone che vengono inavvertitamente in contatto.
Si tratta di particelle attive e mobili che possono risultare molto pericolose per la salute perché in alcuni casi sono fonte di irritazioni, rush cutanei, allergie e tanti problemi dei quali si può fare volentieri a meno.
Le muffe hanno anche la caratteristica di essere praticamente invisibili per la gran parte del loro ciclo vitale, soprattutto quelle che infestano le tubature, i muri umidi e altri spazi a cui si bada relativamente poco.
Durante la fioritura, una fase breve e intensa, quello che vediamo sono soltanto i corpi fruttiferi. Per questo è fondamentale tenere sott’occhio sempre lo stato delle proprie abitazioni e eliminare ogni traccia di muffa prima che questa prenda il sopravvento.
Quando preoccuparsi della muffa in casa?
Banalmente la risposta alla domanda è: sempre. La muffa, infatti, si manifesta nel momento in cui non ci sono buone condizioni ambientali, ad esempio troppa umidità, scarsa circolazione d’aria e scorretta igiene degli ambienti.
Considerando che in molti casi la propagazione è legata anche al transito di insetti sui corpi fruttiferi, come formiche e scarafaggi, oltre che di perdite nelle tubature, la sua presenza in punti strani dovrebbe essere una fonte di allarme e per questo va trattata immediatamente.
Per capire quali possono essere i gradi di pericolosità delle manifestazioni di muffa, bisogna vedere con che intensità appare e come si manifesta.
Qualche puntolino sparpagliato su una parete del bagno o in cucina non dovrebbe essere considerato come una fonte di allarme grave, ma semplicemente come un dato di fatto.
Sono ambienti normalmente umidi ed è normale che la temperatura e un momento propizio possano apparire un po’ di muffa. Se però la chiazza fosse molto estesa, vagamente circolare e punti più densi, ci si trova di fronte ad una fioritura di un sistema di ife molto grande e una parete contaminata e deve essere quindi trattata approfonditamente.
Stessa cosa vale per gli angoli bui e nascosti, in cui a volte si trovano enormi macchie nere, verdastre o addirittura di colori sgargianti come il giallo e il viola, segno del fatto che la muffa è giunta maturazione e la colonia è molto complessa.
Questo può succedere dietro mobili in legno massello, ma anche con i pannelli di masonite ed truciolato e in molti casi è un fenomeno difficile da riconoscere.
Purtroppo spesso ci si accorge della presenza della muffa quando questa ormai è penetrata già dentro un armadio attraversando il legno, manifestandosi addirittura anche sugli abiti, che andranno trattati in lavatrice ad alta temperatura con prodotti appositi o in tintoria per non rischiare allergie.
Bisogna preoccuparsi quando la muffa è molto vicina a depositi di alimenti, ad esempio una credenza, il pane o la frutta, perché quasi sicuramente la materia organica risulterà molto adatta alla formazione di nuove colonie.
Si rischia di dover buttare via tutto e di trovarsi a disinfettare tutta la superficie per eliminare le spore e le ife prima che queste si radichino profondamente. In molti casi la muffa viene portata con la legna, un rischio concreto quest’anno, visti i costi del gas e della corrente elettrica, con lo sporco che rimane attaccato alle scarpe o semplicemente sulla pelle e sui capelli.
Quali sono le soluzioni naturali contro la muffa?
Il modo migliore per combattere una colonia di muffa è sempre quella di rendere difficile alle spore lo sviluppo e uccidere le ife. Questo si fa con un cambiamento del pH del terreno di coltura, rendendo molto difficile la loro sopravvivenza.
Considerando che molte muffe hanno forti problemi a sopravvivere a contatto con ipoclorito di sodio, cioè la varechina oppure la candeggina, l’acqua ossigenata e l’aceto, questi si possono considerare validi alleati.
Anche il tea tree oil e altre sostanze vegetali sono utili per eliminare la muffa, come l’olio di lavanda. Comunque per bloccare la muffa è importante asciugare l’ambiente riducendo radicalmente la quantità di umidità presente nell’aria.
Questa è un’operazione che si fa con un buon condizionatore o un deumidificatore, anche se con i rincari delle bollette energetiche previste per quest’anno potrebbe diventare un problema per molte persone.
Lo sviluppo delle muffe dei muri di inibisce evitando di tenere la temperatura troppo bassa. Infatti i fenomeni di condensa legati al freddo sono i preferiti dalle spore per lo sviluppo perché le goccioline impregnano le superfici che si comportano come spugne.
Per consentire il loro sviluppo le muffe infatti hanno bisogno di umidità per vivere e un ambiente secco, nel caso peggiore le inibisce, nel migliore le uccide.
Altri elementi temuti delle muffe sono i raggi ultravioletti, di conseguenza tenere le finestre aperte e consentire una buona aerazione della stanza dove si trova la muffa è un passaggio fondamentale, se non altro per bloccarne lo sviluppo in attesa di una pulizia più radicale.
Quando si puliscono le macchie bisogna utilizzare aceto di mele o altri prodotti aggressivi come la candeggina, sia per togliere sia le macchie sia per bruciare la superficie in modo tale che il movimento di rimozione non si limiti a spostare le spore rendendole poi attive in altre posizioni.
In generale i prodotti naturali per eliminare le muffe e i rimedi casalinghi hanno una durata piuttosto limitata, se confrontati con gli agenti chimici professionali e industriali, ma si possono tranquillamente considerare una soluzione utile per eliminare la parte sgradevole dal punto di vista estetico.
Quali sono i migliori rimedi naturali per la muffa?
Per rimuovere le muffe si possono utilizzare prodotti di origine naturale facili da preparare in casa. Alcuni esempi sono il bicarbonato, che altera il pH e a muffe e funghi non piace molto l’ambiente che si ottiene. Ovviamente essendo una polvere deve essere disciolto in acqua per risultare efficace.
Mescolato con un acido che incrementa la produzione di gas tossici per le muffe durante la reazione, sempre in quantità innocue per noi, il bicarbonato è una buona soluzione per cucine e bagni.
Si possono fare miscele con succo di limone, oppure aceto di mele evitando quello bianco di vino perché ha un cattivo odore o utilizzare anche prodotti antisettici piuttosto forti come l’olio di lavanda, da spruzzare direttamente sulla superficie fino a fare impregnare la parete.
Il tea tree oil ha eccezionali proprietà antisettiche, particolarmente mirate contro i funghi. Si usa per esempio anche contro le infezioni alle unghie e il piede dell’atleta. Anche in questo caso possono bastare 10-15 goccioline diluite in mezzo litro di acqua per ottenere un ottimo antimuffa.
In alcuni casi si usa l’acqua ossigenata, dal 3% in su, prestando attenzione al fatto che più è alta la percentuale, maggiore è il pericolo a contatto con la pelle e il potere sbiancante. Sebbene non si tratti esattamente in un prodotto naturale al 100% è un ottimo antimuffa, perché produce un’altra concentrazione di ossigeno attivo, che è corrosivo e che attacca le cellule delle muffe e delle spore distruggendole.
Anche l’ozono, a sua volta un prodotto decisamente naturale, è un buon sanificante per le spore. Questo composto instabile dell’ossigeno è letale per i microrganismi e per le muffe pluricellulari e quelle monocellulari e riesce a eliminare completamente dalla superficie delle infiorescenze.
Il problema rimane sempre quello di raggiungere le parti in profondità. Quando si vede una fioritura di muffa è buona abitudine picchiettare sulla parete in corrispondenza della macchia per cercare di capire se suona a vuoto.
Le muffe infatti spesso si infilano all’interno di piccole crepe nei muri o dove c’è molta umidità. Se si sente la presenza di un distacco o di un problema nella parete conviene rimuovere la parte di intonaco, sanificare in profondità e richiudere il buco.
La muffa però è anche molto spesso presente in ambito agricolo o nel gardening e tende a manifestarsi in corrispondenza delle perdite di acqua degli impianti per l’irrigazione del vivaio, nelle serre e nei giardini.
In questo caso la presenza di muffa in un punto specifico, ad esempio un’aiuola o un muretto potrebbe derivare non tanto da uno sviluppo locale ma da spore portate attraverso l’acqua.
Conviene quindi, dopo aver bonificato la zona già interessata, controllare tutto il percorso almeno fino al rubinetto generale per cercare di capire se si è formata una colonie di muffa nera o del viscidume, che in alcuni casi sono la parte non fruttifera di muffe.
In generale quando se ne vede anche solo un piccolo segno, soprattutto sulle foglie delle piante non bisogna perdere tempo ed è necessario intervenire disinfettando la zona e rimuovendo le parti malate, se possibile.