Benvenuto Settembre!
Le giornate di relax sono finite e si torna alla frenetica routine quotidiana. Pronti a ricominciare?
Prima di rimetterci in corsa però è bene non dimenticare una regola fondamentale per incominciare nel modo migliore questa nuova stagione: Take your time, prendetevi del tempo solo per voi!
Questo non vuol dire perdere tempo, ma cercare di afferrare e godersi al meglio ogni piccolo momento che ci si riesce a ritagliare tra un impegno e l’altro.
Per capire appieno ciò di cui stiamo parlando non poteva che venirci in aiuto uno dei più importanti e famosi poeti francesi, Charles Baudelaire.
Conosciuto come il poeta maledetto, dalla vita sregolata e dedita ai piaceri della carne e ai vizi dell’alcool e delle droghe, in realtà gli scritti di Baudelaire non sono esclusivamente un incitamento a perdersi in una vita di dannazione.
Un esempio è il poemetto in prosa “Ubriacatevi”, tratto da “Lo Spleen di Parigi”.
Ubriacatevi
(tratto da “Lo Spleen di Parigi”, poemetto in prosa XXXIII )
“Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l’unico problema. Per non sentire l’orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi piega a terra, dovete ubriacarvi senza tregua.
Ma di che cosa? Di vino, di poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi.
E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull’erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perché l’ebbrezza è diminuita o scomparsa , chiedete al vento, alle stelle, gli uccelli, l’orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che scorre, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora è: e il vento, le onde, le stelle, gli uccelli, l’orologio, vi risponderanno:
– È ora di ubriacarsi! Per non essere schiavi martirizzati dal Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare.”
Non bisogna scambiare il messaggio del poeta come un invito ad “ubriacarsi” affogando i problemi nell’alcool e la disperazione in un bottiglia di vino.
Il verbo ubriacarsi si può sostituire con “inebriarsi”, riempire le vene, il sangue, le membra, il cuore e la mente di tutto quello che ci piace fare fino a perdere il controllo di se stessi.
Fuggire dalla realtà, calarsi in un proprio spazio dove lo scorrere del tempo non esiste, si perde il conto dei secondi, dei minuti, delle ore. Ogni frangente è afferrato e vissuto fino all’ultimo soffio, perché solo in questo modo non si diventa «schiavi martorizzati del Tempo», ma trasformiamo noi stessi nei padroni di questo “nemico fuggevole” che vuole scappare via dalle nostre mani, senza lasciarci la possibilità di manipolarlo e plasmarlo a nostro gusto.