Skip to content

Perché il mercato del gluten free è in crescita continua?

Il mercato degli alimenti gluten free, è in crescita per due motivazioni. La prima perché il numero di persone affette da celiachia o da intolleranza al glutine: si stima un aumento di circa il 10% ogni anno. Il secondo perché, vi è sempre più attenzione all’alimentazione, ed anche i consumatori non affetti da queste tipologie, inseriscono nella loro dieta alimenti privi di glutine come alternative ai tradizionali.

I prodotti gluten free sono alimenti formulati per il consumo sicuro delle persone celiache, allergiche al glutine, oppure intolleranti.

Questi alimenti possono essere naturalmente privi di glutine, come per esempio i legumi, il riso, la carne, oppure possono essere frutto di ricerche tecnologiche volte ad eliminare la proteina, colpevole dell’allergia, oppure a sostituire materie prime contenenti glutine con altre prive di esso.

L’indicazione “senza glutine” diventa obbligatoria si quei prodotti, che le aziende produttrici, vogliono far inserire nel Registro Nazionale degli Alimenti Senza Glutine. Gli affetti da celiachia, possono quindi ricevere dei bonus economici dal SSN, per acquistare questi alimenti, che in genere sono costosi.

Il glutine è uno delle 14 sostanze che vengono considerate allergeniche e sono state inserite nell’Allegato II del Regolamento UE 1169/2011. E che le aziende devono indicare nelle etichette dei loro prodotti. Ti segnaliamo una utile guida inerenti a queste sostanze che puoi trovare seguendo il link di seguito: https://www.sistemieconsulenze.it/che-cosa-sono-gli-allergeni-alimentari/

Cos’è la celiachia? Effetti nocivi del glutine sulla celiachia

La celiachia è un’infiammazione cronica dell’intestino tenue causata dal consumo di glutine in persone che non riescono a digerire questa sostanza. L’unico trattamento possibile per la celiachia è consumare prodotti che ne sono privi.

Circa un quarto della popolazione segue una dieta priva di glutine, anche se solo la metà soffre effettivamente di problemi legati alla celiachia e all’intolleranza al glutine.

Il contenuto di glutine si trova naturalmente nei cereali come il frumento (comunemente consumato nel pane e nella pasta), l’orzo, la segale, il farro, il kamut.

Il glutine è presente in molti alimenti (soprattutto nelle polveri che ricoprono salumi, formaggi fusi, zuppe pronte, noci, cibi precotti, ed addensanti vari), il rischio di contaminazione accidentale durante la lavorazione è elevato.

Ogni anno l’AIC (Associazione Italiana Celiachia) pubblica un vademecum con l’elenco dei prodotti che sono stati valutati e ritenuti idonei al consumo con la celiachia.

Cosa significa alimento senza glutine?

Molti sono portati a pensare che di fronte ad una etichetta Gluten Free, ci si trovi di fronte a prodotti sicuramente privi di glutine. Ma in realtà non è così, ed approfondiremo l’argomento con Federico Pucci di Sistemi & Consulenze.

Intendiamoci, molti degli alimenti che troviamo in commercio sono privi di questa sostanza, perché privi dalla nascita, quindi, una possibile contaminazione potrebbe avvenire solamente per scorrette o non adeguate attività effettuate in azienda.

Per esempio possiamo citare i legumi contaminati dal glutine, perché un operatore mangiava il suo panino mentre stava confezionando i prodotti in busta. Cosa da non fare mai!

Un altro luogo comune da sfatare è quello che un’azienda che indichi in etichetta: ALIMENTO SENZA GLUTINE, debba per forza essere certificata. Cosa che non è così. Un’azienda che abbia notificato alle autorità competenti la produzione di senza glutine, e che dopo la visita delle stesse risulti conforme, al Reg CE 828/14,  a seguito anche di piano di campionamento analitico correlato, può riportare questa informazione nelle proprie etichette.

Certificazione gluten free: compro baratto e vendo

Ma allora la certificazione degli alimenti senza glutine? Quello è qualcosa che va oltre. Ma quanto riportato nel paragrafo precedente deve essere comunque effettuato dall’azienda produttrice.

Dopodiché potrà scegliere se procedere con l’implementazione di requisiti definiti da standard volontari di certificazione, che a seguito del superamento di una verifica effettuata, audit, effettuata da parte di un organismo terzo di certificazione, ottenendo un certificato Gluten Free, che dovrà essere rinnovato con cadenza annuale.

Detto ciò, sarebbe più corretto dire che La certificazione gluten free è una certificazione che enfatizza l’assenza o la presenza fino ad un certo livello di glutine in un prodotto alimentare.

Per essere definito senza glutine, un alimento deve contenere meno di 20 ppm (20 parti per milione) di glutine o meno di 20 mg di glutine per 1 kg di alimento.

Questa soglia limite è stata stabilita attraverso la ricerca scientifica ed è quindi adottata dalla legislazione internazionale.

Quindi che a seconda della sensibilità al glutine, un consumatore può non essere al sicuro anche con un prodotto certificato.

Certificazione senza glutine: quali sono i requisiti a tutela dei consumatori?

La prima cosa che deve verificare un consumatore, in caso ci si riferisca ad una certificazione di prodotto senza glutine, è il numero del certificato e l’organismo di certificazione. Riportare certificazioni inventate, a scapito del consumatore, oltre che essere pericoloso è una truffa.

La seconda cosa che dovrebbe fare un consumatore è informarsi sull’azienda, visitare il sito web, e verificare, che oltre che la certificazione specifica sul glutine, l’azienda sia annoverata di una certificazione alimentare ‘più corposa’, come per esempio, la certificazione BRCGS, IFS, FSSC 22000, o Global Gap.

La presenza di queste attestazioni, significa che le aziende sono ulteriormente verificate da organismi di certificazione accreditati GFSI, Global Food Safety Initiative. Organismo che si occupa a livello globale di armonizzare norme, leggi, standard e regolamenti a tutela della salute dei consumatori e dei mercati.

I requisiti che deve rispettare un’organizzazione che voglia produrre e commercializzare alimenti senza glutine, possono riassumersi:

Deve considerare diversi fattori per l’analisi del rischio:

  • Qualifica del fornitore e valutazione della materia prima con assenza di glutine;
  • Valutazione dei rischi di contaminazione del prodotto in tutte le fasi della produzione;
  • Valutazione inerente alla contaminazione incrociata;
  • Analisi di laboratorio sul prodotto, effettuati da un laboratorio accreditato ISO 17025;
  • Adeguata formazione del personale;
  • Etichettatura riportante struttura, ubicazione della sede, autorizzazione;
  • Gestire prodotti non conformi e situazioni di crisi;
  • Identificazione delle materie prime, prodotti, semilavorati, privi di glutine, rispetto ai convenzionali;
  • Implementare un adeguato sistema di tracciabilità;
  • Audit per verificare la conformità annualmente, ai requisiti.

Una ulteriore considerazione che deve interessare ilo consumatore è quella sulla semplicità. Esistono sul mercato molteplici prodotti senza glutine. Buonissimi, ma sono anche sani? Molti di loro sono molto processati.

Sarebbe meglio invece, alimentarsi con prodotti semplici che permettono anche al nostro organismo di non affaticarsi nella sua digestione.